“Scatenò contro di loro l’ardore della sua ira” (Sl 78, 49). Lo zelo del Salvatore per il tempio è espresso con la consueta efficacia dal grande maestro barocco Luca Giordano. Un gesto eloquente, che in effetti viene colto come provocatorio e profetico. Nella scena, c’è chi riesce perciò ad indugiare, chiedendosi il senso del gesto: come noi, sono portati non a scandalizzarsi ma ad interrogarsi: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?” (Gv 2,18). La risposta di Gesù è evidenziata dalla struttura stessa del tempio, che sembra essa stessa non reggere alla violenza del gesto profetico: nemmeno il tempio resisterà e dovrà essere sostituito proprio dal dono di Cristo. I discepoli se ne ricorderanno dopo la sua Pasqua (Cfr. Gv 2,22). Da allora abitare nella “casa del Padre” (Gv 2,16), in cui il Signore ci ha introdotti con la sua croce, quando il velo del tempio si squarciò (Cfr. Mt 27,51), è diventata la patria di ogni desiderio credente: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita”. (Sl 27, 4)
Luca Giordano, Cacciata dei mercanti dal tempio, 1660, Bob Jones University Museum – Greenville.