L’evidente qualità di Antonello da Messina di avvicinarsi sempre di più al dettaglio, dice una necessità della sua pittura come della nostra fede. Cristo qui, nella sua passione, è vicino, terribilmente vicino. Possiamo riconoscere dei dettagli apparentemente superflui, eppure, uniti, offrono all’opera il raggiungimento di uno scopo mistico: vedere da vicino. Così come Mosè sull’Oreb si lasciò trascinare proprio da questa curiosità (“Voglio avvicinarmi ad osservare…” Es 3, 3), anche ora il dettaglio attira la prossimità del nostro sguardo. In un attimo esso viene coinvolto in un mistero più grande, che l’analitico e introspettivo pittore messinese riconosce nello sguardo del Signore, tutto orientato al Padre, mentre, per noi e al posto nostro, grida la sua fiducia e il suo abbandono. Antonello da Messina ci è riuscito ancora: non riusciremo facilmente ad allontanare il nostro sguardo.
P. Saul Tambini
Antonello da Messina, Cristo alla colonna, 1476-1478, Museo del Louvre – Parigi.