L’eccentrico ed espressivo manierista Rosso Fiorentino teneva moltissimo a questa tavola ad olio e cercò di tornarne in possesso inutilmente. Il Cristo morto è circondato da alcuni angeli che si dispongono animosamente, come in processione. Il Figlio di Dio ci appare in realtà dormiente, e gli angeli come preoccupati della loro disposizione liturgica. Nulla dunque che accompagni questo evento, anche la liturgia e la Scrittura lo consegnano alla sola preghiera della Chiesa. Una sola cosa qui è più eloquente di ogni parola e più audace di ogni speranza: l’ostentazione di questo corpo, luminoso e ingombrante, che occupa la scena e che sembra dirci ancora una volta, una volta per tutte: “Prendete, questo è il mio corpo!” (Mc 14,22). Questa parola, pronunciata durante l’ultima cena, rende ora quell’invito obbligante. Come non cercare di raccogliere anche noi, con gli angeli, le membra cadenti del Signore? La preghiera della Chiesa, la nostra più intima preghiera, può nascere solo o soltanto da questa pietà e avere tra le braccia il corpo del Signore è l’unica via, quella più mistica ma anche quella più autentica, per far risorgere la speranza.
P. Saul Tambini
Rosso Fiorentino, Cristo morto compianto da quattro angeli, 1525-1526, Museum of Fine Arts – Boston.
Alle ore 22:00, la Veglia Pasquale “Nella risurrezione del Signore” presieduta da fr. Saul Tambini Ofm, Parroco di S. Maria degli Angeli,