V di Pasqua – L’Arte racconta la Fede – «Rimanete in Me e io in voi.»

Il genere della natura morta trova nelle Fiandre del ‘600 il suo avvio più convinto e la sua produzione più vasta. Questo singolare stile, così attento a rappresentare significazione attraverso ciò che apparentemente è inanimato e privo di scopo, è stato utilizzato anche per esprimere il senso della fede.

In particolare, in questa opera di un grande maestro del genere, quale fu Alexander Coosemans, l’Eucaristia, al centro della tela, viene vista come il frutto più abbondante e autentico della salvezza. Quest’idea di abbondanza, che caratterizza così marcatamente l’opera, è tesa ad affermare che la vita cristiana è chiamata ad esprimersi in un “di più”, perché “in questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto” (Gv 15,8). L’evangelista Giovanni aveva già precedentemente affermato che lo scopo salvifico è il dono di una vita “in abbondanza” (Cfr Gv. 10,10).

L’Eucarestia, circondata non tanto dai suoi elementi essenziali, ma dalla dovizia dei frutti, qui viene offerta alla nostra contemplazione affinché comprendiamo quanto essa possa e debba essere vissuta come sorgente inesauribile di vita e salvezza.

P. Saul Tambini

Alexander Coosemans, Allegoria dell’Eucarestia, seconda metà del XVII sec., Musée de Tessé – Le Mans.

20240428 V di Pasqua Alexander_Coosemans_-_Allegory_of_the_Eucharist_WS