4 Ottobre – L’Arte racconta la Fede – Festa di San Francesco

4 Ottobre – L’Arte racconta la Fede – Festa di San Francesco

Con un’opera celeberrima e straordinariamente importante per la storia dell’arte francescana, anche se di un filone meno conosciuto, desideriamo augurare a tutti buona festa di San Francesco.

Si tratta di un particolare del polittico di Borgo San Sepolcro. Qui il Poverello di Assisi è descritto più come via che come stato, più come esempio che come santo.

Nonostante il Sassetta, per magnificare questo grande testimone della fede, sembri indietreggiare un po’ verso forme ancora goticheggianti.

Una mandorla di serafini circonda il santo, mentre alza lo sguardo verso le imprescindibili virtù, indicate anche all’inizio della sua regola: l’obbedienza, il sine proprio e la castità; esattamente speculari a ciò che sta ai suoi piedi, cioè l’eresia, l’orgoglio e la lussuria.

Abbiamo dunque non solo da contemplare il carattere straordinario della vita di un gigante della fede, ma anche ogni indicazione per poterne seguire la via. Ma abbiamo soprattutto la sicurezza della bontà e della bellezza di questo scopo.

P. Saul Tambini

Stefano di Giovanni di Consolo, detto il Sassetta, San Francesco in gloria, Villa I Tatti – Settignano – Firenze.

20241004 San Francesco Anno B Sassetta

XXVI T.O. – L’Arte racconta la Fede – «Entrare nella vita»

XXVI T.O. – L’Arte racconta la Fede – «Entrare nella vita»

Si dice che Simone lo Zelota (oppure il Cananeo) sia stato martirizzato in modo piuttosto atroce, con l’uso di una sega. Qui, nel dipinto tratto dalla serie dedicata agli apostoli conservata a Madrid, il mirabile Rubens lo raffigura con tale attributo iconografico. San Simone viene rappresentato anche però intento nella lettura della Scrittura Sacra. Si tratta di due indicazioni che in qualche modo si attraggono e debbono inevitabilmente associarsi. L’attributo infatti descrive il destino dell’apostolo, il libro tra le mani il modo proprio in cui questo destino è stato voluto, abbracciato e perseguito.

Ora, per quale ragione il credente può decidersi verso una morte così cruenta? Sicuramente Simone deve aver maturato questa convinzione attraverso l’insegnamento del Maestro. Una predicazione a tratti radicale e provocatoria: “Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile” (Mc   9,43).

Seguire Cristo è dunque “entrare nella vita”. Una tale indicazione deve essere stata percepita come un assoluto, che poneva tutto il resto – la mano, l’occhio – in posizione relativa. Una radicalità ben descritta dall’attributo iconografico: ciò che indica la fine della sequela esprime anche l’assolutezza con cui l’apostolo ha seguito il maestro. Simone non sembra del tutto esserne preoccupato, del resto la Parola di Dio per lui è diventata la sua vita, così come recita il salmo: “la tua parola è la mia vita” (Sl 118), siamo davvero certi perciò che la salute basti?

P. Saul Tambini

Pietro Paolo Rubens, Simone lo Zelota (dalla serie dei “Dodici apostoli”),1611, Museo del Prado – Madrid.

52° Cursillo di cristianità per donne: 10-13 ottobre 2024

52° Cursillo di cristianità per donne: 10-13 ottobre 2024

Dal 10 al 13 ottobre 2024, presso l’ex seminario a Nocera Umbra, si tiene il 52° Cursillo di cristianità per donne.
 
Un’occasione di approfondimento, un tempo da dedicare al proprio rapporto con Dio.
 
Per informazioni potete rivolgervi a:
– Don Michele: 3389377760
– Clara:: 3387333630
 

Domenica 29 settembre: riprende la messa al Centro Pastorale

Domenica 29 settembre: riprende la messa al Centro Pastorale

L’Eucaristia è il sacramento della comunità: domenica 29 settembre, alle ore 11:15, riprende la messa la Centro Pastorale di Santa Maria degli Angeli.

Vi aspettiamo!

Celebrazioni Solennità di San Francesco 2024: 24 settembre – 4 ottobre

Celebrazioni Solennità di San Francesco 2024: 24 settembre – 4 ottobre

Nella locandina l”ampio programma delle Celebrazioni per la prossima Solennità di San Francesco.

Il 27 settembre, alle ore 18:00, ci troveremo come Vicariato di Santa Maria degli Angeli alla Novena in preparazione alla Solennità di San Francesco nella Basilica inferiore di san Francesco d’Assisi.

XXV T.O. – L’Arte racconta la Fede – «…l’ultimo di tutti e il servitore di tutti»

XXV T.O. – L’Arte racconta la Fede – «…l’ultimo di tutti e il servitore di tutti»

Quella di Lucas Cranach è un’opera solo apparentemente infantile per stile e contenuto. Soggetto che conobbe diverse versioni nello stesso autore, ha un chiaro riferimento evangelico per la scritta che vi compare ora alla sommità, ora alla base, e che cita esplicitamente l’episodio in cui Gesù chiede ai discepoli di non negare ai bambini di andare a lui (Mc 10,13-16).

Il senso profondamente compassionevole e materno, quasi eccessivamente affettuoso del dipinto, che separa volutamente la componente femminile dell’opera da quella maschile, cerca di approfondire il tema della fede, attraverso il contrasto evidente dell’atteggiamento dei discepoli alla sinistra dell’opera. Gli sguardi torvi e dubbiosi degli apostoli nei confronti del Signore rappresentano un approccio alla fede che Cranach, amico intimo di Lutero, vuole biasimare. Tutto a vantaggio della sola fede e sola grazia che quest’abbondanza di bambini, in tanti modi orientati affettuosamente a Cristo, rappresentano così vivamente.

Non sarà facile raggiungere questo atteggiamento fiducioso e grato da parte del credente, sempre preso dalla necessità di doversi guadagnare la salvezza con le sue opere e sempre soggiogato dalle proprie ambizioni di potere: “Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande” (Mc 9,34). Però qui ci raggiunge l’arte, il cui scopo è quello di persuadere per via di immagine: se gli insegnamenti del maestro non ci convincono del tutto, lasciamo che i soli sguardi di quest’opera ci persuadano della bellezza e della bontà di una fede così abbandonata e serena.

 

P. Saul Tambini

Lucas Cranach il Vecchio, Gesù benedice i bambini, 1527, Castello di Wawel – Cracovia.

XXIV T.O. – L’Arte racconta la Fede – «Seguimi»

XXIV T.O. – L’Arte racconta la Fede – «Seguimi»

Il grande Caravaggio non poteva non avere in mente la “Crocifissione di San Pietro” di Michelangelo Buonarroti, della Cappella Paolina in Vaticano, quando si mise a dipingere il medesimo soggetto. L’abile e ingegnoso pittore lombardo, tuttavia, spoglia la scena di ogni elemento di concitazione e di animazione e si concentra sulla luce e sui personaggi, quelli essenziali, per comunicarci il senso di questa ulteriore crocifissione cristiana.

Colui che osserva, infatti, deve riconoscere che si trova di fronte ad una forte evocazione del Calvario e, nello stesso tempo, che si tratta di qualcosa di nuovo. Un martirio che non viene intaccato dall’unicità della crocifissione del Signore, essa infatti rende possibile questo gesto estremo del discepolo, ma non lo sostituisce.

Qui non ci sono più aguzzini, ci sono solo lavoratori che sostengono, piegano, issano, sollevano, tutti a loro modo contribuiscono con fatica ad un’opera drammatica ma edificante: è la chiesa che si edifica sul legno della croce e sul gesto di fede di Pietro. I loro stessi gesti e la loro postura contribuiscono a formare una croce. Tutti quanti ne portano una parte, così come il Maestro di Galilea aveva più volte raccomandato, soprattutto allo stesso Pietro, che tentava di evitargli lo scandalo della Croce: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8,34).

Non c’è più dunque quel Maestro di Nazareth, eppure qui, come sempre, se discepoli, si sta compiendo il destino di ogni credente: la conformazione a Lui, a Cristo, nel gesto più destinale che ci ha offerto, quello della croce e, nel compierlo, edificare. Il vangelo di Giovanni aveva dunque ragione, Pietro avrebbe prima o poi capito che la maturità cristiana si realizza nell’assumere fino in fondo lo stesso destino di colui che aveva seguito con entusiasmo ma anche con profonda volubilità: “quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio.

E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»” (Gv 21, 18-19).

P. Saul Tambini

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Crocifissione di San Pietro, 1600, Basilica di Santa Maria del Popolo – Roma.

Festa degli Angeli: 20-22 settembre 2024

Festa degli Angeli: 20-22 settembre 2024

“I segni dell’amore: un corpo che ama”.

 

Vi aspettiamo il 21-22 settembre 2024, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, per la 14esima edizione della “Festa degli Angeli, in memoria dei nostri figli in cielo”.
 

Nella locandine il ricco programma della festa.

VENERDI 20 settembre
21:00, incontro sul santo bambino protettore della festa 2024: San José Sánchez Del Río
(Refettorietto della Basilica)
SABATO 21 settembre
Nella piazza davanti la Basilica, si svolgerà una estemporanea di pittura: alcuni pittori della zona hanno accettato di realizzare delle opere per allestire il palco dove si svolgerà la Festa.
Il tema delle opere è legato all’anniversario degli 800 anni delle stimmate di San Francesco festeggiato lo scorso 17 settembre.
(Piazza della Porziuncola)
15:00-18:00: Torneo di Calcetto per ragazzi presso la Parrocchia di Santa Maria degli Angeli
21:15: Rosario aux flambeaux animato dalle famiglie della Festa e preghiera per il Tempo del Creato
(Basilica di Santa Maria degli Angeli)
DOMENICA 22 settembre 
10:00: Celebrazione Eucaristica
(Basilica di Santa Maria degli Angeli)
A seguire, pranzo al sacco nei giardini della piazza della Basilica.
Il “dolce degli Angeli” è offerto dall’Istituto Professionale per i servizi alberghieri – Assisi.
Nel pomeriggio musica e animazione!
Alle 17:00 lancio dei palloncini con i messaggi ai figli in cielo.
 
La maglietta ‘I segni dell’amore‘ è disponibile durante i giorni dell’evento negli stand in piazza e, durante l’anno, presso l’Ufficio Benedizioni del Santuario.
Con quanto si raccoglie, sono aiutate realtà e famiglie con bimbi in difficoltà.
 
Vi aspettiamo!
 

Prioranza entrante Piatto della Carità di Sant’Antonio abate 2025

Prioranza entrante Piatto della Carità di Sant’Antonio abate 2025

Condividiamo le immagini della cerimonia di investitura delle Priore Entrati del Piatto della Carità di Sant’Antonio abate 2025, avvenuta in Basilica domenica 8 settembre durante la Santa Messa delle ore 10:00.

 

XXIII T.O. – L’Arte racconta la Fede – «Effatà»

XXIII T.O. – L’Arte racconta la Fede – «Effatà»

Già altrove la pittura aristocratica e spirituale di Philippe de Champaigne si era misurata sull’aspetto taumaturgico dell’opera di Cristo. 
Anche qui il tema della guarigione apre lo spazio alla contemplazione della natura, come se il gesto del Signore non fosse riservato al solo malato, ma contenesse in sé una portata universale, cosmica. 
Anche nel testo evangelico, del resto, questo gesto miracoloso si compie in una cornice più ampia: “uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli” (Mc 7,31). Il vangelo di Marco sottolinea poi, come l’artista francese, la concretezza del gesto e il suo carattere così fisico, ponendo le dita del Signore sulla lingua del malato. 
Cosa si cela dietro questo contrasto solo apparente? Che il miracolo è segno di una volontà divina di restaurazione dello stato di natura originario, paradisiaco appunto. 
Alla fine, tutti potranno esclamare, perciò: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!” (Mc 7,37), così come in origine, quando “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 1,31).
 
P. Saul Tambini
 
Philippe de Champaigne, Guarigione del sordomuto, 1645-1665, University of Michigan Museum of Art – Ann Arbor.
 
 
 
 

Via Capitolo delle Stuoie, 13
Santa Maria degli Angeli Assisi (PG)

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