Un quadro temerario del pittore francese Simon Vouet descrive un episodio leggendario e poco conosciuto, contenuto nei Fioretti di San Francesco: la tentazione del Poverello di Assisi.
Una donna provocante e sensuale, che l’artista parigino dipinge avvolta da una luce abbagliante e attraente, tenta nella carne Francesco. Il santo, sdraiato sui carboni ardenti, figura in maggiore penombra e in un più tormentato chiaro-scuro caravaggesco. Si tratta del contrasto tra la realtà dell’uomo, delle sue contraddizioni e delle sue debolezze, con la finzione della luce finta e vuota della tentazione. L’abilità e la testimonianza del Santo qui è nel farsi lui provocatore della provocazione, gettandosi tra i carboni ardenti nudo e invitando a giacere la donna, che inevitabilmente si ritrae. L’ombra della luce, il diavolo, sullo sfondo, deve constatare la forza della fede e della santità, capace di smascherare la vuotezza di ogni immagine illusoria e di non farsi determinare dalla fragilità, anzi nel farsi forte di questa, opponendo la semplice e ironica virtù della fede. Insomma, l’uomo di fede, ha un’unica certezza in Cristo nella tentazione, la vittoria finale, infatti anche il Figlio di Dio, tentato, infine “stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano” (Mc 1,13). La nostra debolezza la conosciamo piuttosto bene, a volte la decantiamo forse un po’ troppo, ma la forza della fede la conosciamo altrettanto bene?
P. Saul Tambini
Simon Vouet, Tentazione di San Francesco, 1624, San Lorenzo in Lucina – Roma