Tutto il classicismo del “divino Guido” trova il suo apice nella rappresentazione della Vergine Maria Assunta in cielo. Si tratta di un’opera (con le sue numerosi varianti) che avrà il suo meritato successo anche per via del fatto che segnerà un punto di svolta nella rappresentazione della Vergine. Fino a queste opere mariane di Guidio Reni, Maria veniva rappresentata nel contesto dell’evento della Dormitio Mariae, con tutto il dinamismo che ne consegue: la tomba vuota, gli apostoli sorpresi e devotamente in preghiera, così come descritto in modo mirabile da Tiziano. Ora la vergine Maria si è come iconizzata. Il dinamismo è più semplicemente sintetizzato dalle movenze del suo corpo, il suo sguardo e la postura sono sufficienti sia a concentrare il nostro sguardo sulla centralità del suo ruolo nella nostra vita di fede, sia a cogliere la direzione che deve prendere lo scopo della nostra esistenza: il cielo. Nei successivi anni l’immagine dell’Immacolata si fonderà con questa, ma questa confusione sarà solo apparente: nel cristianesimo il punto di arrivo coincide sempre con il punto di partenza.
P. Saul Tambini
Guido Reni, Assunzione di Maria, 1637, Musée des Beaux-Arts – Lione.