Oggi si fa catechismo! Un anonimo pittore fiammingo realizza un’opera insolita: il discorso della montagna di Gesù di Nazareth, circondato dalla descrizione delle otto beatitudini.
La sua eccezionalità non riposa tanto nel tema scelto, quanto nel modo di rappresentarlo: tutti i quadri sono arricchiti da didascalie, a mo’ di fumetti, che spiegano con cura i dettagli e illustrano la particolarità di ogni singola beatitudine, dalla povertà di spirito alla persecuzione.
L’arte cristiana ha sempre avuto un tratto pastorale evidente, sempre è servita per approfondire la fede, sia attraverso la sua estetica, sia attraverso la sua narrativa. Qui in particolare, il committente, illustre giurista della città, in contrasto con l’imperversare della Riforma nella sua città, ha voluto dichiarare la sua fede esplicitamente, concentrandosi non tanto sull’evento pasquale, ma sulla centralità della “Nuova legge”, e quindi delle opere, della carità, che la Riforma sembrava mettere sullo sfondo. Sul coperchio poi di questa tavola sono raffigurati il re Balak e il profeta Balaam, autore quest’ultimo di una profezia nefasta su Moab, se non avesse accolto il popolo israelita.
Mutatis mutandis: se questa nuova legge non fosse stata vissuta come centro stesso della fede, la città sarebbe ricaduta nell’inevitabile tremenda sua fine.
Non solo dunque è necessario ammirare Cristo e aver fede in Lui, ma seguire altrettanto, e con cura e attenzione, il suo insegnamento, anche quando appare paradossale o radicale, come le beatitudini.
P. Saul Tambini
Anonimo, Le otto beatitudini, 1553, Museo di Belle Arti – Gand.
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