XIX T.O. – L’Arte racconta la Fede – «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe?»

Compimento pieno del tenebrismo di Georges de La Tours, quest’opera ci restituisce la vita quotidiana di Gesù nella casa del padre. Ma chi apprende tra i due? il padre osserva attentamente il figlio, che pare istruirlo alla luce di una candela, creando così un clima mistico in un luogo di lavoro che più terreno non può essere. Il padre putativo di Gesù è il primo a comprendere l’istruzione del figlio, chissà se avrà dubitato in cuor suo, come quel giorno gli interlocutori di Cristo: “Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come può dunque dire: sono disceso dal cielo?” (Gv 6,42). 

Fa un certo effetto pensare a quella catechesi del Maestro di Nazareth ora che lo contempliamo nell’umiltà della bottega del padre: “solo colui che viene da Dio ha visto il Padre” (Gv 6,46). Istruire il proprio padre terreno sul Padre celeste, magari non sui banchi di scuola, ma mentre si utilizza un antico tinivello, è stato anche lo scopo del Figlio di Dio. 

Lo è anche di ogni buon credente, che deve riconoscere nella carne di Cristo, alla sua luce, nella semplicità e fatica della propria vita, il Padre celeste, da cui proviene ogni grazia “per la vita del mondo” (Gv 6,51).

P. Saul Tambini

Georges de La Tours, San Giuseppe falegname, 1642, Museo del Louvre – Parigi.

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