Quella di Lucas Cranach è un’opera solo apparentemente infantile per stile e contenuto. Soggetto che conobbe diverse versioni nello stesso autore, ha un chiaro riferimento evangelico per la scritta che vi compare ora alla sommità, ora alla base, e che cita esplicitamente l’episodio in cui Gesù chiede ai discepoli di non negare ai bambini di andare a lui (Mc 10,13-16).
Il senso profondamente compassionevole e materno, quasi eccessivamente affettuoso del dipinto, che separa volutamente la componente femminile dell’opera da quella maschile, cerca di approfondire il tema della fede, attraverso il contrasto evidente dell’atteggiamento dei discepoli alla sinistra dell’opera. Gli sguardi torvi e dubbiosi degli apostoli nei confronti del Signore rappresentano un approccio alla fede che Cranach, amico intimo di Lutero, vuole biasimare. Tutto a vantaggio della sola fede e sola grazia che quest’abbondanza di bambini, in tanti modi orientati affettuosamente a Cristo, rappresentano così vivamente.
Non sarà facile raggiungere questo atteggiamento fiducioso e grato da parte del credente, sempre preso dalla necessità di doversi guadagnare la salvezza con le sue opere e sempre soggiogato dalle proprie ambizioni di potere: “Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande” (Mc 9,34). Però qui ci raggiunge l’arte, il cui scopo è quello di persuadere per via di immagine: se gli insegnamenti del maestro non ci convincono del tutto, lasciamo che i soli sguardi di quest’opera ci persuadano della bellezza e della bontà di una fede così abbandonata e serena.
P. Saul Tambini
Lucas Cranach il Vecchio, Gesù benedice i bambini, 1527, Castello di Wawel – Cracovia.
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