Tenda del Risorto: 7 – 13 aprile 2024

Tenda del Risorto: 7 – 13 aprile 2024

Dal 7 al 13 aprile, presso il Centro Pastorale di Santa Maria degli Angeli, si svolgerà una intensa settimana ecclesiale chiamata “La Tenda del Risorto“.

Una settimana di maggiore preghiera, di più intenso ascolto e di partecipazione alla vita della nostra comunità cristiana. È un’iniziativa pensata per tutto il Vicariato di Santa Maria degli Angeli, che coinvolge le parrocchie di Bettona, Cannara, Capodacqua di Assisi, Castelnuovo, Costano, Passaggio di Bettona, Rivotorto, Santa Maria degli Angeli e Tordandrea.

Durante i giorni feriali ci sarà sempre l’adorazione e la possibilità di confessarsi, oltre alla preghiera mattutina e serale. Ogni sera si svolgerà un appuntamento di approfondimento della fede.

Una settimana per crescere nella fede e nella comunione e per questo un appuntamento imperdibile.

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31 marzo 2024 – Pasqua di Resurrezione – L’arte racconta la Fede – Luce nel Signore

31 marzo 2024 – Pasqua di Resurrezione – L’arte racconta la Fede – Luce nel Signore

Paolo chiese agli Efesini di cambiare vita in forza di una considerazione di fede: “Eravate tenebra, ora siete luce nel Signore” (Ef 5, 8). Li chiama poi proprio “figli della luce” (Ef 5,8). L’interpretazione della Pasqua come luce sfolgorante che ha il potere di illuminare e di far rivivere ci viene da Giovanni, il quale già all’inizio del suo evangelo si esprimeva così: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). Matthias Grünewald, ancora lui e proprio nell’immagine che si contrappone alla sua crocifissione, come due eventi che si oppongono e si attraggono insieme, raffigura Cristo, pur nella notte, in una luce di un’espressività inedita. L’opposizione in realtà, in questa mirabile tavola, non è tanto nei confronti della crocifissione, il cui dramma sembra essere incluso in questa luce, ma nei confronti dell’incredulità maliziosa dei soldati. È dunque una luce che, come la nube degli Israeliti nell’Esodo, è “tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte” (Es 14, 20). Dunque, anche per il misterioso pittore tedesco, vale la pena credere, anche quando il fondo della tragedia della nostra vita, tocca zone così oscure che solo questa kenosi di Cristo può raggiungere. Il drappo cremisi, che nessuna luce può eliminare, sul corpo del Signore, non è perciò un inquietante ricordo, ma proprio il senso di questa Pasqua. Pietro lo dirà, con un’insolita audacia, dopo la Pentecoste: “Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere” (At 2,24). Le conseguenze di quest’opera luminosa sono perciò tutte per coloro che, magari nel dolore, magari nell’angoscia, hanno atteso questo giorno, perché Egli ci ha chiamato “dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1Pt 2,9).

P. Saul Tambini

Matthias Grünewald, Resurrezione, 1515, Musée d’Unterlinden – Comer.

Alle ore 10:00 la Santa Messa Solenne nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Alle ore 09:30, si svolgerà in piazza, il Saluto alla Vergine, la cosidetta “Renchinata”.

30 marzo 2024 – Sabato Santo – L’Arte racconta la Fede – Il Corpo di Cristo

30 marzo 2024 – Sabato Santo – L’Arte racconta la Fede – Il Corpo di Cristo

L’eccentrico ed espressivo manierista Rosso Fiorentino teneva moltissimo a questa tavola ad olio e cercò di tornarne in possesso inutilmente. Il Cristo morto è circondato da alcuni angeli che si dispongono animosamente, come in processione. Il Figlio di Dio ci appare in realtà dormiente, e gli angeli come preoccupati della loro disposizione liturgica. Nulla dunque che accompagni questo evento, anche la liturgia e la Scrittura lo consegnano alla sola preghiera della Chiesa. Una sola cosa qui è più eloquente di ogni parola e più audace di ogni speranza: l’ostentazione di questo corpo, luminoso e ingombrante, che occupa la scena e che sembra dirci ancora una volta, una volta per tutte: “Prendete, questo è il mio corpo!” (Mc 14,22). Questa parola, pronunciata durante l’ultima cena, rende ora quell’invito obbligante. Come non cercare di raccogliere anche noi, con gli angeli, le membra cadenti del Signore? La preghiera della Chiesa, la nostra più intima preghiera, può nascere solo o soltanto da questa pietà e avere tra le braccia il corpo del Signore è l’unica via, quella più mistica ma anche quella più autentica, per far risorgere la speranza.

P. Saul Tambini

Rosso Fiorentino, Cristo morto compianto da quattro angeli, 1525-1526, Museum of Fine Arts – Boston.

Alle ore 22:00, la Veglia Pasquale “Nella risurrezione del Signore” presieduta da fr. Saul Tambini Ofm, Parroco di S. Maria degli Angeli,

29 Marzo 2024 – Venerdì Santo – L’Arte racconta la Fede – La Passione del Signore

29 Marzo 2024 – Venerdì Santo – L’Arte racconta la Fede – La Passione del Signore

Una scena mai vista, ma a cui non possiamo non assistere. Realizzata per il monastero Isenheim, in Germania, che ospitava i moribondi, quest’opera ci appare del tutto rinascimentale, per la composizione e il suo carattere religioso. Ma la categorizzazione finisce qui. Il misterioso pittore tedesco, Mathias Grünewald, raffigura con un espressionismo drammatico mai visto prima tutta la tragicità del Calvario, senza lesinare la sua interpretazione teologica nella presenza parlante di Giovanni Battista e della simbolicità dell’agnello sanguinante nel calice. Questo il senso di ciò che vediamo, che però ha una misura espressiva, insieme realistica e mistica, che non sembra poterci far elevare al livello confortante della significatività. Il contorcimento dei piedi e delle mani del Signore, sono gli stessi contorcimenti delle mani delle donne ai piedi di Cristo. La loro disperazione è corrispondente all’ultimo grido angosciato del Maestro di Nazareth, che non può che dire “Tutto è compiuto” (Gv 19, 30). Non sono i nostri occhi pieni di lacrime che possono convincerci di questo, è la parola profetica di Giovanni, che qui, sì, proprio qui, e non altrove, può dire: “Lui deve crescere, io, invece, diminuire” (Gv 3,30). Per questo, Grünewald ci direbbe che dobbiamo “volgere lo sguardo a colui che abbiamo trafitto”. Ma quanta fatica e quanta angoscia. Non si poteva davvero evitare tutto questo? E l’arte non si poteva sottrarre a questa esposizione di crudeltà, come per secoli ha fatto? I moribondi di Isenheim, così come tutti i disperati di questo mondo, non sarebbero stati d’accordo: ora sappiamo che Cristo è con noi. Nel buio più oscuro di ogni tenebra egli ci precede per sollevarci da ogni tragica fatalità, quand’anche fosse causata dalla libertà tragica della nostra opera, perché Egli proprio così “fece sua la nostra morte, e nostra la sua vita” (Sant’Agostino).

P. Saul Tambini

Matthias Grünewald, 1512-1516, Musée d’Unterlinden – Colmar.

Oggi, alle ore 17:00, Celebrazione della “Passione del Signore”.

Alle ore 21:00, la Processione del “Cristo morto” per le vie di Santa Maria degli Angeli.

28 Marzo 2024 – Giovedì Santo – L’Arte racconta la Fede – L’Ultima Cena

28 Marzo 2024 – Giovedì Santo – L’Arte racconta la Fede – L’Ultima Cena

Tutti hanno gli occhi su Gesù. Tutti tranne uno, che invece rivolge gli occhi allo spettatore. Costui, nel suo singolare e corrucciato volto, è Giuda, nel quale Rubens – superbo e inarrivabile pittore – si è come autoritratto, suggerendoci da quale prospettiva osservare la scena e dunque l’opera di Cristo. Ai suoi piedi un cane avidamente morde un osso, anch’egli ci guarda. Questa figura, inquietante e drammatica, è così in tutto fuori luogo che non può non interrogarci: perché è a tavola, nell’intimità dell’ultima confidenza e dell’ultima comunione? L’evangelista Marco risponderebbe evocando una precisa volontà del Signore: “Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà” (Mc 14, 18). Portare con sé fino alla fine il traditore, come questa comitiva di umorali, voltagabbana, ambiziosi e arroganti discepoli ci dice solo una cosa: coloro che hanno causato l’Ora di Cristo, con la loro sequela ma anche con il loro tradimento, sono anche coloro per i quali l’Ora è giunta. Come non sentirsi colpiti dallo sguardo di Giuda e chiedere la grazia più che seguirne il disperato cammino, la consapevolezza della infinita gratuità del gesto d’amore del Figlio di Dio

P. Saul Tambini

Pieter Paul Rubens, Ultima cena, 1632, Pinacoteca di Brera – Milano.

Oggi, alle ore 18:00, Celebrazione Eucaristica “Nella cena del Signore”. A seguire, adorazione fino alle ore 24:00

Buon Triduo Pasquale

Buon Triduo Pasquale

«Fece sua la nostra morte e nostra la sua vita» (Sant’Agostino). Per questo vi invitiamo a coinvolgere la vostra fede, con intensità di cuore, nei grandi misteri a cui in questi giorni assisteremo. Specialmente nella “Veglia delle veglie” saremo immersi nelle oscurità più profonde della nostra vita, per poter “rinascere dall’alto”, come disse Gesù a Nicodemo. Abbiamo tutti bisogno di rivivere. Cristo compirà questa mirabile opera.

Auguri di cuore dunque a tutti voi dai vostri parroci, affinché la Pasqua di Cristo regni nella vostra vita e sia un ornamento fra i vostri occhi (Cfr. Es 13,16).

Via Crucis animata dai bambini: 29 marzo 2024, ore 15

Via Crucis animata dai bambini: 29 marzo 2024, ore 15

Venerdì 29 marzo, alle ore 15:00, presso il Centro Pastorale di Santa Maria degli Angeli, ci sarà la Via Crucis animata dai bambini del catechismo.
 
Si tratta di un appuntamento rivolto ai bimbi, alle loro famiglie e alla comunità tutta!

Celebrazione Penitenziale di Unità Pastorale: 26 marzo 2024, ore 21

Celebrazione Penitenziale di Unità Pastorale: 26 marzo 2024, ore 21

‘Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò’. (Luca 15, 20)
 
Martedì 26 marzo, alle ore 21:00, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, si svolgerà la celebrazione comunitaria della penitenza.
La celebrazione è aperta a tutta la nostra Unità Pastorale: Tordandrea, Costano, Castelnuovo e Santa Maria degli Angeli.
Continuiamo insieme il cammino verso la Pasqua!

Domenica delle Palme – L’Arte racconta la Fede – Cristo alla Colonna

Domenica delle Palme – L’Arte racconta la Fede – Cristo alla Colonna

L’evidente qualità di Antonello da Messina di avvicinarsi sempre di più al dettaglio, dice una necessità della sua pittura come della nostra fede. Cristo qui, nella sua passione, è vicino, terribilmente vicino. Possiamo riconoscere dei dettagli apparentemente superflui, eppure, uniti, offrono all’opera il raggiungimento di uno scopo mistico: vedere da vicino. Così come Mosè sull’Oreb si lasciò trascinare proprio da questa curiosità (“Voglio avvicinarmi ad osservare…” Es 3, 3), anche ora il dettaglio attira la prossimità del nostro sguardo. In un attimo esso viene coinvolto in un mistero più grande, che l’analitico e introspettivo pittore messinese riconosce nello sguardo del Signore, tutto orientato al Padre, mentre, per noi e al posto nostro, grida la sua fiducia e il suo abbandono. Antonello da Messina ci è riuscito ancora: non riusciremo facilmente ad allontanare il nostro sguardo.

P. Saul Tambini

Antonello da Messina, Cristo alla colonna, 1476-1478, Museo del Louvre – Parigi.

 

 

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